La bufala del giorno è forse quella della tassa sul #parmigiano proposta dall'Onu. Dico "forse" perché le cose sono un po' più complicate di come sembrano. ilpost.it/2018/07/19/oms… #thread
L'Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso il mese scorso, in preparazione del meeting di alto livello fissato per settembre, un documento sulla prevenzione delle malattie non trasmissibili, intitolato "Time To Deliver". who.int/ncds/managemen…
Il @sole24ore ha pubblicato sull'iniziativa un articolo allarmato che ha prodotto altri allarmi. @lucatelese: "l’Onu vuole imporre una tassa del 20% su olio, grana, parmigiano e prosciutto". Salvini: "Parmigiano come il fumo? All'Onu sono matti". ilsole24ore.com/art/impresa-e-…
Partiamo da quel che nel pezzo c'è di falso. È falso che il rapporto sia un attacco all'agroalimentare italiano; è falso che l'Oms prenda di mira espressamente quegli specifici alimenti; è falso che li paragoni al fumo; è falso che proponga una tassa del 20%.
Tuttavia, è vero che l'Oms raccomandi l'utilizzo della leva fiscale per ridurre il consumo di alimenti dannosi per la salute. Ed è vero che proponga di segnalare la salubrità degli alimenti con apposite etichette (non assimilabili, però, a quelle raccapriccianti delle sigarette).
Quanto all'aliquota del 20%, l'articolo del Sole la riprende da uno studio di @cjsnowdon@iealondon, che a propria volta la ricava da un precedente documento dell'Oms, tentando di stimare l'impatto delle proposte dell'organizzazione. iea.org.uk/publications/t…
Per l'esattezza, l'Oms raccomandava un'aliquota tra il 20% e il 50% per le bibite zuccherate, senza precisare un'aliquota specifica per altri alimenti da scoraggiare, come quelli ad alto contenuto di sodio. (Se non è il parmigiano, sarà il pecorino.) who.int/dietphysicalac…
Da anni, l'Oms raccomanda l'utilizzo della leva fiscale per indirizzare i consumi alimentari, nonostante le criticità che la fat tax, per sua stessa ammissione, comporta.
L'articolo del Sole è fuorviante e criticabile dal punto di vista dell'etica giornalistica. (Ho un'idea di come sia stato cucinato, ma me la tengo per me.) Tuttavia, la questione di policy sottostante è reale e andrebbe affrontata nel merito, perché sarà sempre più attuale.
Piccolo spazio autopromozionale: per chi volesse saperne di più, questo libro curato per l'@istbrunoleoni affronta in un modo – spero – esaustivo e accessibile i presupposti teorici delle imposte sugli alimenti in funzione di politica sanitaria. amzn.to/2zPk2Z6
Per tutti gli altri, il consiglio è di mangiarvi una bella bufala (nel senso della mozzarella) prima che l'Oms proponga di tassare anche quella. #finethread
In questi giorni, numerosi commentatori hanno affermato che #Autostrade si sarebbe “controllata da sola”, una ricostruzione prontamente cavalcata dagli esponenti del governo per escludere ogni concorso di responsabilità. Si tratta, però, di una ricostruzione erronea. #thread
La Convenzione del 2007 afferma (art. 28) che la concedente (all'epoca, Anas) vigila sui lavori di adeguamento delle autostrade e di manutenzione ordinaria e straordinaria, tanto che la concessionaria è tenuta (art. 3) a trasmetterle tempestivamente i relativi progetti.
Più in generale, l'art. 7 della Convenzione attribuisce alla concedente la facoltà di “richiede[re] informazioni e effettua[re] controlli, con poteri di ispezione, di accesso, di acquisizione della documentazione” per garantire il rispetto degli obblighi convenzionali.
1) La Commissione ha comminato a Google un'ammenda di 4,34 miliardi di euri. Si tratta della multa più alta nella storia dell'antitrust mondiale e quasi doppia il precedente record: la multa di 2,42 miliardi di euri inflitta nel 2017 dalla Commissione... a Google.
2) L'entità della sanzione – che la Commissione avrebbe potuto fissare fino a un massimo di 9,45 miliardi, ma gli analisti stimavano intorno ai 2,5 miliardi – spiega molto della portata del caso. Il futuro politoc del commissario Vestager sarà definito dal caso (dai casi) Google.