A cosa serve la #fatturaelettronica? A produrre circa €2miliardi di maggiori imposte (tra IVA e dirette). Ci riusciranno? I dubbi sono numerosi. Eccone alcuni, tratti dalla nota redatta a nov/17 dal servizio bilancio del Senato. 1/7
Pronti, via e viene sferrato il primo colpo. I margini di incertezza sono così ampi che avrebbero suggerito una contabilizzazione di quei proventi solo DOPO l’effettivO conseguimento. 2/7
Nel promettere maggior gettito fiscale, la #fe si sovrappone parzialmente ad altri provvedimenti per i quali erano già stati contabilizzati dei proventi. Che fanno? Prendono due volte i maggiori incassi? 3/7
Ora entriamo nel vivo: €0,4miliardi per miglioramento dell’adempimento spontaneo. È il 4% del potenziale recupero IVA. Per effetto della #fe, i contribuenti saranno più disciplinati? Sembra un atto di fede. 4/7
La rapida acquisizione delle informazioni pare lo strumento più efficace per recuperare gettito (addirittura il 10% del potenziale di recupero IVA). Cosa significa? Non si ‘ritarderebbero’ più le fatture per ritardare così l’IVA. E gli evasori? 5/7
Da ultimo, €0,36miliardi perché si scoprirebbero prima le cosiddette ‘frodi carosello’ e le relative cartiere. Considerato che molti non trasmetteranno mai le fatture, la somma appare anche in questo caso sovrastimata. 6/7
Concludendo: costi rilevanti a carico delle imprese per adeguamento dei sistemi informativi e problemi organizzativi con relativa burocrazia, con le PMI particolarmente penalizzate da questi costi fissi, e benefici piuttosto dubbi in termini di gettito. 7/7
Alla fine degli anni ‘70, la pace in Europa era un fatto già acquisito. C’era da creare una società aperta, promuovere creatività e benessere. 2/10
A tal fine, avviarono l’unione monetaria. Ignorando Milton Friedman, per il quale la politica monetaria non può far migliorare la crescita di lungo termine di un’economia ma, se male utilizzata, è come lanciare una chiave inglese in un macchinario. La lanciarono. 3/10
#Savona ricorda che il 2,4% scaturisce da un dato di partenza già al 1,2%. Ha inoltre chiara, a differenza di tanti altri chiusi nella loro torre d’avorio, la sofferenza di milioni di italiani.
Siamo su un sentiero di contrazione del PIL per dinamiche internazionali che colpiscono tutti i Paesi (previsto al 1% per il 2019 a legislazione vigente). Si voleva forse affossare il Paese con una stretta fiscale? #Savona
Gli investimenti (pubblici e privati) leva essenziale per generare crescita nei prossimi anni. #Savona
Arrivano i primi numeri:
Si parte da una crescita per il 2019 del 0,9% ed un deficit/PIL (tendenziali, cioè a legislazione vigente) del 1,2%. Con il mancato aumento dell’IVA saremmo già arrivati al 2% circa. Qualcuno voleva forse aumentare l’IVA in questo Paese? #tria
Il Governo conta quindi di passare dallo 0,9% di crescita (reale, quindi al netto dell’inflazione) al 1,6% per il 2019 e 1,7% per il 2020. Facendo molto affidamento sugli investimenti pubblici. In questo scenario, debito/PIL dovrebbe scendere di 1% all’anno. #Tria
Dettaglio tecnico non da poco: si agirà sulle uscite e non sulle entrate per contenere eventuali scostamenti dall’obiettivo del 2,4%. #tria
Non scopro nulla dicendo che il problema del 2,4% del #Def non è l’inesistente ‘fardello del debito sulle prossime generazioni’ (infatti il saldo è simile a quello dei precedenti Governi e debito/PIL resterebbe stabile o in calo), quanto le dita negli occhi alla #UE...
...a cui diciamo chiaramente che il fiscal compact (peraltro violato da mezza Europa sin dalla sua introduzione) è carta straccia, perché deprime crescita e sviluppo del nostro Paese... #def#manovra
...e notoriamente loro sono famosi per insistere nei loro errori, perché ammetterli sarebbe fatale. Significherebbe ammettere anni di errori (almeno da Deauville 2010) e, come hanno ammesso Lagarde e Draghi, bruciare l’immenso capitale politico che è stato speso per quei dogmi...
Ho fatto una veloce ricerca per capire il rendimento del capitale garantito in altri settori regolati (tutti monopoli naturali). È stato come aprire il vaso di Pandora ed #autostrade ma, soprattutto, la parte pubblica che ha firmato quelle Convenzioni, ne esce malissimo.
Questa è SNAM. Il rendimento medio ponderato reale ante-imposte del capitale è 5,4%. #autostrade è 10,21% #thread->
Questa è Terna. Il rendimento medio ponderato reale ante imposte del capitale è 5,3%. #autostrade è 10,21%