Come rileva studio Bank of Canada sui default dei governi sovrani, la caratteristica ricorrente è la presenza di debito in valuta straniera sia essa sotto forma di prestito o di obbligazione. Valuta non controllabile dal governo.
Irrilevante il debito in valuta locale (segue)
Quindi è proprio la mancanza di sovranità monetaria a caratterizzare i default dei governi. Ovviamente questi ultimi sono spesso costretti ad indebitarsi in una valuta non sovrana per le ragioni più svariate. Ma rimane il dato di fatto di partenza (segue)
Ciò che spesso induce un’economia a finanziarsi in valuta estera è la necessità di finanziare deficit di bilancia commerciale. Non è il caso dell’Italia che ha un attivo di circa 52 miliardi (dati ISTAT 2017) segue
Oggi l’Italia ha un debito estero complessivo di circa 150 miliardi (8% PIL) a fronte di un flusso di cassa annuo di valuta (surplus) pari a 50. Dati Bankitalia (segue)
Ecco quando un’economia si indebita in valuta estera consideratela alla stregua di un’azienda. Potrebbe quest’ultima sostenere un debito di 150 se il flusso di cassa è 50?
Ovviamente SI (segue)
Lo Stato ha un debito verso creditori esteri di 700 miliardi. Apparentemente alto. Ma ciò che rileva non è la nazionalità del creditore in caso di #eurexit. Quanto la disciplina legale. Solo il 2% del nostro debito non è ridrnominabe (segue)
40 miliardi che in caso di ipotetica svalutazione del 30% (tutta da dimostrare) determinerebbero una minus di 12 miliardi. Niente di drammatico come peraltro confermato in questo studio di Villemot Durand (segue)
A chi non sa che parlare di debito pubblico in se come causa di crisi ricordate che l’Argentina nel 2001 ha fatto crack con un rapporto Debito/PIL sotto il 50% tutto in dollari. Questo è tutto (fine)
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